Mente e Corpo: Un Legame Invisibile ma Potente
Dalla filosofia di Cartesio alla scienza moderna: come psiche e fisico interagiscono per influenzare il nostro benessere
Nel XVII secolo, il padre della filosofia moderna, Cartesio, ha dato vita ad un costrutto che ha influenzato profondamente il pensiero occidentale. E no, non sto parlando del suo famoso “Cogito, ergo sum” (anche se ci ha sicuramente dato di che riflettere!). Mi riferisco alla sua rigida separazione tra la res cogitans, la realtà psichica, e la res extensa, quella fisica. Insomma, secondo Cartesio, mente e corpo erano due mondi a parte, come se la nostra psiche e il nostro fisico viaggiassero su binari paralleli. Per l’epoca poteva sembrare un’intuizione geniale, ma oggi ne assaporiamo nitidimante i limiti concettuali.
Questo dualismo cartesiano ha influenzato la scienza per secoli e, in parte, lo fa ancora oggi. Infatti, molti di noi tendono a concepire corpo e mente come entità distinte, quasi fossero compartimenti stagni. E anche tra gli specialisti della salute – medici, psicologi, psichiatri – è frequente questa divisione. Lo psicologo vede nella tua ansia un conflitto interiore, lo psichiatra attribuisce il tutto a uno squilibrio chimico, e l’internista pensa che tutto parta da quel bicchiere di vino in più che ti concedi dopo il lavoro. Ognuno rimane nel proprio angolo, ignorando che forse le loro diagnosi non sono così slegate tra loro.
La scienza rompe le barriere: benvenuti nel XXI secolo
Ma per fortuna, la scienza ha fatto strada, e con l'aiuto della tecnologia, ci siamo accorti che questa distinzione tra mente e corpo è, diciamo, un po' antiquata. La realtà è che mente e corpo sono interconnessi in modo profondo e continuo, un po' come il Wi-Fi che collega ogni dispositivo in casa. Oggi sappiamo che concepire l’essere umano come un’entità integrata non è più solo un’idea "alternativa" o da santoni new age, ma una verità scientificamente dimostrata. E qui entra in gioco la PNEI – Psiconeuroimmunoendocrinologia (tranquilli, non è un insulto!).
Che cos'è la PNEI?
La PNEI è un modello scientifico che abbraccia la complessità dell’essere umano e il suo funzionamento come sistema integrato. In pratica, studia come il sistema nervoso, quello immunitario e quello endocrino (quello che regola i nostri ormoni) dialoghino tra loro e influenzino la nostra psiche e il nostro comportamento. Ebbene sì, questi sistemi parlano la stessa lingua, e lo fanno anche piuttosto bene.
A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi: "Ma quando è iniziato tutto questo?". Beh, tutto parte dal contributo pionieristico di Hans Seyle nel 1936, che ha definito lo stress come una reazione dell’organismo a uno stimolo fastidioso, o stressor. Che si tratti di una brutta giornata al lavoro o di un’infezione, il nostro corpo reagisce allo stesso modo: cerca di adattarsi per sopravvivere (Seyle l’ha chiamata “sindrome generale di adattamento”).
Ma lo stress ci fa ammalare?
Già negli anni ’70 e ‘80 si è scoperto che lo stress non si limita a farci sentire male psicologicamente, ma incide anche sul nostro sistema immunitario. L’aumento di cortisolo, l’ormone dello stress, non solo ci fa sentire sotto pressione, ma abbassa le nostre difese immunitarie. Così, un’influenza che normalmente batteremmo in un paio di giorni può diventare un nemico ben più ostico.
E c’è di più. I globuli bianchi, che credevamo fossero solo guerrieri contro le infezioni, possono produrre ormoni e neurotrasmettitori che influenzano direttamente il cervello. Insomma, il nostro sistema immunitario è molto più smart di quanto pensassimo. Tutti i sistemi sono connessi, e quello che succede nella mente ha effetti sul corpo – e viceversa. Lo stress cronico può farci ammalare fisicamente, anche se all’apparenza tutto sembra partire dalla psiche. E, come dicevo, il processo anche è possibile: stati fisici e malattie riconduvibili al some possono provocare ripercussioni psicologiche fino anche, in casi severi, a indurre delle psicopatologie.
Stress da esami? Preparati al raffreddore!
Facciamo un esempio: immagina uno studente che si avvicina a un esame importante. È così preoccupato da pensarci costantemente, tanto che la tensione mentale inizia a influenzare anche il suo sistema immunitario. Questo può rendere il corpo più vulnerabile e portarlo ad ammalarsi. Lo stress per qualcosa che deve ancora avvenire può, quindi, causare un malessere fisico nel presente. Strano, vero? Ma assolutamente reale. Questo ci porta a riconsiderare il paradigma di causa ed effetto che diamo per scontato. In genere pensiamo che una causa del passato provoca una reazione nel presente e nel futuro. Usciamo di casa poco coperti durante una brutta giornata, prendiamo freddo e il giorno dopo ci becchiamo il raffreddore. Adesso la causa potremmo invece rintracciarla in un evento che si potrebbe palesare in futuro, come nell’esempio dell’esame che ho fatto prima. Si è preoccupati per qualcosa che potrebbe accadere, lo stress abbassa il nostro livello immunitario e ci becchiamo il raffreddore.
La depressione: una questione (anche) di infiammazione?
Un'altra delle ricerche più promettenti legate al modello PNEI riguarda la depressione. Per anni abbiamo pensato che fosse legata esclusivamente a meccanismi psicologici o chimici nel cervello. Ma recenti studi suggeriscono che potrebbe essere collegata anche a processi infiammatori. Malattie croniche, infezioni o uno stile di vita non salutare – come la sedentarietà o una dieta sbilanciata – possono provocare infiammazione, che a sua volta può influenzare il nostro stato emotivo. In pratica, ciò che accade nel corpo può determinare anche la nostra salute mentale.
Un nuovo approccio alla salute
Se accettiamo questa visione integrata dell’essere umano, dobbiamo ripensare anche il modo in cui affrontiamo la cura. Prendiamo, ad esempio, la depressione legata all’infiammazione: non basterà più solo affidarsi agli antidepressivi. Potrebbe essere utile anche integrare trattamenti antinfiammatori e migliorare lo stile di vita, con un’alimentazione bilanciata e un po’ di sana attività fisica. Lo stesso vale per tante altre malattie che consideriamo "mentali", ma che in realtà coinvolgono tutto l’organismo.
Conclusioni: c’è ancora molto da scoprire
La scienza ha fatto passi da gigante, ma il nostro viaggio verso la piena comprensione di come corpo e mente siano collegati è tutt’altro che concluso. Ogni giorno emergono nuove ricerche che ampliano le nostre conoscenze, e il modello PNEI si trova al centro di questo entusiasmante progresso. Ma, come sempre, c’è ancora tanto da scoprire. Tuttavia, una cosa è chiara: l’epoca in cui consideravamo mente e corpo come entità separate è ormai alle spalle.